Versatilità e multimodalità: il modello del Monzino per l’imaging cardiovascolare
Su JACC Imaging, un modello organizzativo-gestionale e un paradigma formativo per migliorare i livelli di prestazione dell’imaging anche in termini di appropriatezza e dunque di razionalizzazione della spesa.
Oggi non potremmo immaginare una medicina (e tanto meno una cardiologia) senza imaging: la maggior parte dei medici sta diventando sempre più confidente (e sempre più dipendente) nei confronti dell’imaging, sia come esecutori di test diagnostici sia come utilizzatori dei risultati di quei test. Al tempo stesso, però, si sta verificando il paradosso che, mentre da un lato l'imaging sta trovando impiego in un numero sempre crescente di patologie e di procedure intervenzionali, dall’altro la disponibilità a sostenere i costi di tali risorse da parte di enti e istituzioni si sta quanto meno “raffreddando”.
A tutt’oggi, se una crescente mole di studi conferma il ruolo sempre più insostituibile dell’imaging, dall’altro, una persistente percezione di sovrautilizzazione, un’insufficiente capacità di valutare con precisione la probabilità pre-test per aumentare l’appropriatezza, e un tasso eccessivo di referti normali continuano a mantenere sotto esame questo comparto della diagnostica anche e soprattutto cardiovascolare.
Un recente editoriale di JACC Imaging1 si è chiesto se vi sia un modello organizzativo-gestionale, – e un paradigma formativo capace di produrre una nuova leva di specialisti di imaging in grado di mettere in pratica quel modello, – per uscire dal paradosso, migliorando i livelli di prestazione dell’imaging anche in termini di appropriatezza e dunque di razionalizzazione della spesa.
La parola chiave è multimodalità
La parola chiave sembra essere: multimodalità. Una sommaria analisi dei programmi di formazione in imaging negli USA ha di recente evidenziato un crescente interesse verso l'imaging multimodale2. E un altro sondaggio ha mostrato un vivace interesse per la multimodalità nei lettori di JACC Imaging.
Un recente think-tank3 ha raccomandato di passare a un modello organizzativo centrato su un "dipartimento multimodale di imaging" (imaging department), dove esperti di cardiologia e di radiologia operino insieme “sotto lo stesso tetto”, una struttura in grado di disporre di tutte le modalità di imaging (dall’eco alla TC alla RM, ecc) e di garantire i più alti livelli di competenza degli operatori, si legge nell’editoriale di JACC.
Alternativamente, i ricercatori di COCATS4 hanno proposto un modello organizzativo centrato sulla figura dell’esperto multimodale" (multimodality imager), uno specialista capace di scegliere ed eseguire il giusto test per il giusto quesito diagnostico.
Il “modello Monzino”
Invece, i redattori di JACC hanno proposto un modello intermedio, consistente in una struttura piramidale nella quale il lavoro quotidiano sia svolto da esperti di secondo livello in imaging multimodale, con accesso all'expertise interna di terzo livello per risolvere i problemi più complessi.5 Tale strategia prevede che i cardiologi diventino esperti di ecocardiografia per la diagnosi rapida al letto del malato, che gli interventisti sviluppino le competenze necessarie alla lettura dell’imaging coronarico e vascolare e gli elettrofisiologi siano in grado di interpretare l'anatomia delle camere cardiache e venosa, nonché le immagini RM e TC insieme ai loro sistemi di mappaggio.
Questo modello è praticabile solo se è disponibile un'esperienza interna di alto livello per tutte le modalità di imaging.
Una figura di nuovo medico, che idealmente si è creata fin dagli anni 2000, è quella di un cardiologo o radiologo o con entrambe le specializzazioni, capace di ottimizzare le procedure e le tecniche e le indicazioni di ecografia, TC, RM e medicina nucleare in tutte le varie patologie cardiovascolari. Questo rende possibile disporre, all’interno di un Dipartimento cardiovascolare, di esperti che, in tutta la loro fase di training e nella successiva esperienza clinica, abbiano realmente competenze multimodali di altissimo livello.
A questo proposito, un’importante settore dell’attività didattica del Centro Cardiologico Monzino consiste proprio nel promuovere una formazione specialistica che favorisca l’acquisizione di competenze di imaging nei futuri cardiologi e una formazione post-universitaria che offra un approfondimento cardiologico ai giovani radiologi.
Riferimenti
- Chandrashekhar Y, Narula J. To Be or Not to Be a Multimodality Imager! JACC Cardiovasc Imaging. 2017 Jun;10(6):715-717. doi: 10.1016/j.jcmg.2017.05.001.
- Shah NR et al. Current state of advanced cardiovascular imaging training in the United States. J Am Coll Cardiol Img 2016;9:1120–1.
- Douglas PS et al. The future of cardiac imaging: report of a think tank convened by the American College of Cardiology. J Am Coll Cardiol Img 2016;9:1211–23.
- Narula J et al. COCATS 4 Task Force 4: training in multimodality imaging. J Am Coll Cardiol 2015;65:1778–85.
- Chandrashekhar Y et al. Implementing multimodality imaging in the future. J Am Coll Cardiol Img 2016;9:91–8.